Dal 12 giugno al 28 luglio, il Museo nazionale di Tokyo presenta Half-Century of Cartier in Japan and Beyond: an Everlasting Dialogue of Beauty and Art.
Questa mostra spiega come ben 50 anni di presenza in Giappone abbiano permesso a Cartier di tessere un legame fatto di arte e bellezza con questo Paese.
Nel 1974 Cartier apre una boutique al Palais France, nel quartiere Harajuku di Tokyo. Oggi, la Maison celebra questo anniversario attraverso due narrazioni parallele, all’interno delle due ali simmetriche dello Hyokeikan: una ripercorre la storia tra la Cartier e il Giappone, l’altra esplora i legami tra la Fondation Cartier pour l’art contemporain e gli artisti giapponesi.
Ideato dallo Studio Adrien Gardère, l’allestimento della mostra mette in risalto e celebra la tradizione architettonica dello Hyokeikan, richiamando l’omaggio di Cartier al Giappone e alla sua estetica. L’esposizione offre spunti di riflessione trasversali, come si evince dal titolo giapponese – MUSUBI – che allude al motivo del nodo presente su diverse creazioni storiche della Maison e agli oggetti giapponesi collezionati da Louis Cartier. La prima parte della mostra evidenzia l’impatto dell’ispirazione giapponese nelle creazioni Cartier dalla fine del XIX secolo fino ai giorni nostri, attraverso una selezione di circa 200 oggetti e documenti provenienti dalla Collezione Cartier, da prestiti di privati e dagli archivi della Maison. Il viaggio prosegue con un’esplorazione delle mostre dedicate a Cartier dai musei giapponesi a partire dal 1988. Questo primo capitolo della mostra termina con i contatti stabiliti dalla Maison con la scena artistica e creativa giapponese, soprattutto nei campi dell’architettura, del design e dell’arte contemporanea.
Nella seconda parte lo scambio creativo è volto ai legami tra la Fondation Cartier pour l’art contemporain e gli artisti giapponesi che ha spesso contribuito a far conoscere per prima al pubblico europeo, come Erina Matsui, Takashi Murakami, Takeshi Kitano, Tadanori Yokoo, o ancora Issey Miyake. Questa ricchezza si riflettere nell’installazione di Sho Shibuya, pensata appositamente per questa esposizione. Per l’occasione l’artista ha realizzato 50 dipinti durante un tour di 36 giorni del Paese, in omaggio a Hiroshige Utagawa e alle sue 53 stazioni del Tokaido, come promessa della continuità di questo legame e simbolo di una storia che non smette di rinnovarsi.
Cartier in Japan: Half a century of uninterrupted cultural dialogue
From 12 June to 28 July, the Tokyo National Museum presents Half-Century of Cartier in Japan and Beyond: an Everlasting Dialogue of Beauty and Art, an exhibition putting into perspective the many stories that link Cartier to this country.
In 1974, Cartier opened a boutique at Palais France in the Harajuku district of Tokyo. Its anniversary this year will be celebrated through two parallel narratives within the Hyokeikan’s two symmetrical wings. One will retrace the history between Cartier and Japan, while the other will explore the links between the Fondation Cartier pour l’art contemporain and Japanese artists.
Designed by Studio Adrien Gardère, the exhibition’s scenography showcases and celebrates the architectural heritage of the Hyokeikan while referencing Cartier’s tributes to Japan and Japanese style. The exhibition offers a varied perspective, in keeping with its Japanese title, MUSUBI, a reference to the knot motif historically seen on many of the Maison’s creations and on the Japanese objects collected by Louis Cartier. The first part of the exhibition presents the influence of Japanese style on Cartier creations from the end of the 19th century up to today, through a selection of around 200 objects and documents from the Cartier Collection, private loans and the Maison’s archives. The journey continues as visitors discover the exhibitions dedicated to Cartier by museums since 1988 in Japan. This first chapter of the exhibition ends with a summary of the contacts established by the Maison in the Japanese artistic and creative scene, specifically in the fields of architecture, design and modern art.
In the second part, the creative exchange focuses on the links between the Fondation Cartier pour l’art contemporain and Japanese artists such as Erina Matsui, Takashi Murakami, Takeshi Kitano, Tadanori Yokoo, and Issey Miyake. This enriched cultural exchange is illustrated by Sho Shibuya’s installation, designed specially for this exhibition. The artist painted 50 paintings in 36 days across the country for the event, paying tribute to Hiroshige Utagawa and his 53 stations of the Tokaido Road. A commitment to the continuation of these bonds and a symbol of continuously renewed history.