The Journey of Life, un percorso scandito dagli oggetti, i nostri più preziosi compagni di viaggio
Oggetti scelti, ereditati, tramandati, o semplicemente trovati per caso, sono i più fedeli complici della nostra intera esistenza. Diventano straordinari sia per l’affetto che vi riversiamo, sia per le loro intrinseche qualità, spesso espressione di talenti artigiani sconosciuti.
È così che il tema della manifestazione Homo Faber 2024, al suo terzo appuntamento veneziano dall’1 al 30 settembre, ha proposto un viaggio metaforico, quello dell’esistenza umana, facendo parlare gli oggetti. Unici e originali, gli oggetti visti in mostra nel percorso costruito all’interno del complesso monumentale della Fondazione Giorgio Cini – la celebre istituzione culturale, partner di lunga data della Michelangelo Foundation, situata sull’isola di San Giorgio Maggiore, a Venezia – sono al contempo pretesto narrativo e la miglior rappresentazione della maestria artigiana che svela una sorprendente varietà di competenze tecniche e approcci innovativi provenienti da tutto il mondo. Grazie a un team di esperti internazionali di alto artigianato – che riunisce opere dal Giappone al Bangladesh, dal Sudafrica all’Australia – e una direzione artistica d’eccezione, Luca Guadagnino insieme all’architetto Nicolò Rosmarini, The Journey of Life – concept ideato da Hanneli Rupert, vicepresidente della Michelangelo Foundation – ha proposto un articolato allestimento ritmato da dieci temi, tutti rappresentati da una variegata selezione di oggetti unici, oltre che dalle consuete dimostrazioni dal vivo.
Grande attenzione per la sostenibilità è emersa dalle sensibili creazioni in mostra di Josh Gluckstein, artigiano scultore che crea opere a grandezza naturale di animali selvatici e creature marine in cartone riciclato, e che ha proposto una spettacolare “scultura/barriera corallina” composta da ben 50 specie marine in cartone, alta 2,5 metri; come pure forte consapevolezza appare negli esiti delle ricerche sul biodesign di Zena Holloway: realizzazioni create con tessuti biodegradabili (efficienti dal punto di vista idrico e a zero emissioni) ottenuti a partire dalle radici d’erba per dimostrare le possibili alternative ai tessuti sintetici. Cura per i dettagli e interesse per le potenzialità della creatività contemporanea si manifestano nei monili in paglia di Nathalie Seiller Dejean, artigiana dell’intreccio, che rivisita lavorazioni sviluppate in Svizzera nel XIX secolo per produrre deliziosi accessori, come i tre copricapi nuziali che hanno trovato spazio all’interno della mostra tematica Love. Immaginari fiabeschi hanno accompagnato il percorso allestitivo attraverso la scoperta di un mondo coloratissimo e organico popolato dalle sculture tessili dell’artista americano Liam Lee. Alla sua seconda edizione, la fortunata iniziativa Homo Faber in Città – progetto curato da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship in partnership con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e con il sostegno di Cartier – è tornata a proporre l’inedita possibilità di scoprire gli artigiani veneziani al lavoro nelle loro storiche botteghe.
Maschere in cartapesta, tradizionali e scultorei oggetti in legno dove si alloggiano i remi delle gondole, la magica lavorazione del vetro in Murano, o la confezione delle bandiere che premiano le competizioni di voga veneta sono solo alcuni esempi delle lavorazioni e degli oggetti da ammirare nelle settanta botteghe che hanno aperto le loro porte ai visitatori tra Venezia, Murano e Burano. Si tratta di artigiani veneziani o stranieri di stanza a Venezia, che hanno reso possibile la creazione di viaggi inediti guidati, secondo itinerari tematici, e personalizzabili grazie all’app e al sito web dedicati alla manifestazione. Una serie di iniziative speciali hanno animato la città di Venezia; tra queste, un appuntamento fisso il mercoledì sera al Fondaco dei Tedeschi, l’affascinante palazzo affacciato sul Canal Grande, accanto al Ponte di Rialto, che ha ospitato una mostra nei suoi spettacolari spazi rinnovati. Homo Faber, quest’anno più che mai, ha invitato al viaggio inteso come esperienza, ricchezza e conoscenza.
An excursion into contemporary craftmanship excellence
The Journey of Life, a journey marked by objects, our most precious travel companions
Objects chosen, inherited, handed down or simply found by chance are the most faithful accomplices of our entire existence. They become extraordinary both because of the affection we pour into them and because of their inherent qualities, often an expression of unknown artisan talents. This is how the theme of the event Homo Faber 2024, in its third Venetian event from September ist to 30th, proposed a metaphorical journey, that of human existence, by making objects speak. Unique and original, the objects we saw on display in the itinerary built within the monumental complex of the Giorgio Cini Foundation (the renowned cultural institution and longtime partner of the Michelangelo Foundation, located on the island of San Giorgio Maggiore in Venice) are both a narrative pretext and the best representation of craftsmanship revealing an astonishing variety of technical skills and innovative approaches from around the world. Thanks to a team of global experts in high craftsmanship, bringing together works from Japan to Bangladesh, South Africa to Australia, and an exceptional artistic director, Luca Guadagnino together with architect Nicolò Rosmarini, The Journey of Life a concept conceived by Hanneli Rupert, vice-president of the Michelangelo Foundation – offered an articulate display punctuated by ten themes all represented by a varied selection of unique objects, as well as the usual live demonstrations. Great attention to sustainability emerged from the sensitive creations on display by Josh Gluckstein, a sculptural craftsman who creates life-size works of wild animals and sea creatures trom recycled cardboard, and who offered a spectacular “coral barrier/sculpture” composed of as many as 50 marine species in cardboard, 2.5 meters high. Strong elements of awareness appear in the outcomes of Zena Holloway’s biodesign research: creations with biodegradable (water-efficient and zero-emission) fabrics made trom grass roots to demonstrate possible alternatives to synthetic fabrics, Attention to detail and an interest in the potential of contemporary creativity are evident in the straw jewelry by Nathalie Seiller Dejean, a weaving artisan who revisits processes developed in Switzerland in the 19th century to produce delightful accessories, such as the three wedding headdresses that were featured within the Love exhibition. Fairy-tale imagery accompanied the exhibition tour through the discovery of a colorful and organic word populated by the textile sculptures of American artist Liam Lee.
In its second edition, the successful Homo Faber in Città – a project curated by Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship in partnership with Fondazione Cologni dei Mestieri dArte and with the support of Cartier – was back to offer the unprecedented opportunity to discover Venetian artisans at work in their historic workshops Papier-mâché masks, traditional and sculptural wooden objects where the oars of gondolas are housed, the magical workmanship of glass in Murano or the making of the flags that award Venetian rowing competitions are just a few examples of the workmanship and objects to be admired in the seventy workshops that opened their doors to visitors between Venice, Murano and Burano. These are Venetian or foreign artisans based in Venice, who helped to create unprecedented guided trips according to themed itineraries, and which are customizable thanks to the event’s app and website. A series of special initiatives brought the city of Venice to life; among them, a regular Wednesday evening event at Fondaco dei Tedeschi, the fascinating palace overlooking the Grand Canal, next to the Rialto Bridge, which hosted an exhibition in its spectacular renovated spaces.
This year more than ever before, Homo Faber has been an encouragement of the journey understood as experience, richness and knowledge.