Dal 26 al 30 gennaio la Ville Lumiere si accesa nel suo incanto più totale presentando le collezioni dell’Haute Couture.
Una Wunderkammer di Maison in mostra, che hanno cercato punti di incontro, pur consapevoli delle difficoltà di applicare tale filosofia su un mercato dell’Alta Moda.
CHANEL
C’è un posto dove la visionarietà di alcuni artisti internazionali della moda come Daniel Roseberry per Schiaparelli, Chanel, Maria Grazia Chiuri per Dior, Giambattista Valli, Giorgio Armani per Armani Privè, Dolce & Gabbana, Ludovic De Saint Sernin per Jean Paul Gautier e Rahul Mishra , incontrano l’elegante e rarefatta atmosfera dei vecchi saloni francesi intrisi di quella bellezza scintillante di decori, che andrebbero riscoperti, e di quella luce proiettata con garbo dei grandi lampadari che brillano, e ci catturano pensieri di epoche passate.
Negli stessi luoghi dove negli anni ’60 sfilavano le modelle, che mostravano nel puro silenzio le collezioni, si può allenare lo sguardo osservando i dettagli delle varie costruzioni modellistiche di un capo di Haute Couture.
Tessuti, strutture, sovrastrutture, decori, ricami, modellistica e altri esperimenti estetici sfilano in allestimenti, curati nel minimo particolare, assicurando un prezioso omaggio a quel sogno, che ricorre nel tempo e distilla una identità stilistica inconfondibile di ogni singola Maison.
GIAMBATTISTA VALLI
Haute Couture non è solo alta sartoria, quindi, perché è costruita con una grande complicità corale a cui il pubblico è invitato a percorrere questa esperienza estetica. Come in una Wunderkammer di un collezionista onnivoro, desideroso di bellezza e ossessionato dalle cose più ardite, i giorni dedicati alla Haute Couture accolgono una creatività rara, che interiorizza le tracce di un passato catturandone la bellezza scintillante per portarla addosso, toccando forme e i colori, che diventano stampe e ricami delicati. Come suggerisce Giambattista Valli parafrasando una celebre frase di Italo Calvino, un abito di Haute Couture non ha mai finito di dire quel che ha dire.
DIOR ©ADRIEN DIRAND
L’Haute Couture conferma una vocazione specifica, quella che l’alta sartoria è terra di meraviglia, ma anche di collezionismo e quindi di mercato.
E i giovani sono interessati a questo ambito?
Secondo alcune studi di settore, oggi rispetto al passato ci sono meno vendite, ma i valori economici dei fatturati sono aumentati, e questo significa che l’Haute Couture rimane un investimento importante, naturalmente per una fascia d’età che va oltre trenta anni, perché in effetti bisogna tener conto che questa è il tempo medio in cui una donna si sente rilassata, ed entra in una condizione che la rende maggiormente disposta ad acquistare abiti o oggetti che più si desidera, anche se di alto valore.
JEAN PAUL GAUTIER BY LUDOVIC DE SAINT SERNIN
Dalle ispirazioni cromatiche antiche e insolite realizzate da Daniel Roseberry per Schiaparelli, scoperte in un negozio d’antiquariato che custodiva nastri degli anni 1920 e 1930, ai tic creativi di Coco Chanel che danno un’idea precisa di moda e poi una variazione della sua adesione al tempo presente, e poi ancora il significato della “forma” che da una forzatura di formule precise diventa, secondo Maria Grazia Chiuri, un mezzo delle opportunità del processo creativo modulare della Maison Dior, e ancora Giorgio Armani con il racconto del suo percorso di alta moda nella “Ville Lumière”, partito venti anni fa con il debutto della collezione di Armani Privè, che lo trasforma in un nuovo inizio dove le donne s’ammantano di luce, per convertirsi in astri siderali, che brillano di luce propria, fino a Giambattista Valli che conferma con il suo omaggio alla sensualità del Marocco e dell’India il senso della bellezza e la voluttà raffinata, che si respira da sempre negli uffici stile della sua Maison.
RAHUL MISHRA Photo by Valerio Mezzanotti
L’evento dedicato all’Haute Couture quest’anno si è completato con tre specifici focus – la prima sfilata ad Alta Moda all’estero di Dolce & Gabbana nei saloni dell’Hotel de La Marine, in Place de La Concorde, intitolata “Les Siciliennes”, che riprende i canoni scenici della mostra “Du Coeur à la main”, versione riveduta di Dal Cuore alle mani, la mostra campione d’incassi allestita l’anno scorso a Palazzo Reale a Milano- , la collezione audace e ammaliante, riassunta da Ludovic de Saint Sernin per Jean Paul Guatier dal titolo “Le Naufrage”, dove corde come gomene stringono corsetti, un veliero diventa copricapo e le reti da pesca avvolgono il volto, mentre le giacche con volant e i pantaloni skinny rievocano lo stile piratesco -, ed infine la fragilità dell’anima che deve essere curata ricordandoci di apprezzare il potere curativo della Nostra Madre Terra, protagonista della collezione “The Pale Blue Dot” di Rahul Mishra, che si è ispirato al libro dell’astronomo americano Carl Sagan, che riflette sul significato profondo della fotografia della Terra vista dal Voyager 1, come un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.
Questi giorni sono diventati un rifugio di pace e un balsamo dell’anima.
ARMANI PRIVE’: GIORGIO ARMANI CON LE MODELLE © SGP