Nel mondo della gioielleria, l’eterno dibattito tra perfezione estetica e bellezza morale continua ad appassionare tanto i consumatori quanto i creatori: man mano che l’industria evolve, cambiano anche le aspettative di chi apprezza e indossa i gioielli.
Il Fascino della Perfezione Estetica Il concetto di perfezione estetica ha cambiato significato nel corso degli anni: se prima la si identificava principalmente con le capacità e la raffinatezza degli orafi, oggi il crescente peso della tecnologia innovativa ha spostato l’attenzione sulla capacità di progettazione, sull’equilibrio tra abilità manuali e tecnologie intelligenti – in fondo, anche le tecnologie sono il risultato dell’ingegno umano. Simmetria, equilibrio, abilità manuali continuano a fare la differenza nei pezzi di alta gioielleria, che richiedono ancora la competenza di artigiani esperti. Quando si parla di produzione in scala, ancorché piccola o limitata, si risolvono questi aspetti adottando una varietà di tecnologie. La discriminante sarà la qualità dei materiali e la natura delle fonti.
Fonti responsabili e gioielli su misura Nel contesto attuale, che evidenzia una crescente necessità di progresso sostenibile e trasparenza nella filiera, la produzione su larga scala si allinea con aspetti legali e certificazioni, un requisito per la vendita in alcuni mercati. Si tratta di processi di pianificazione approfonditi, spesso pluriennali, in grado di garantire la coerenza della qualità in ogni dettaglio, un work in progress. Le certificazioni sono il risultato di negoziazioni tra i principali attori, che spesso impongono, dall’alto verso il basso, agli anelli più deboli della catena di approvvigionamento enormi sforzi (principalmente finanziari), per continuare a far parte della valutazione della filiera dei grandi attori. In questo modo, i piccoli minatori e artigiani molto probabilmente, restano esclusi.
Per gli orafi piccoli e indipendenti, la propria flessibilità può costituire un vantaggio unico. Non è richiesto lo stesso livello di coerenza qualitativa delle aziende più grandi (eccetto per gli obblighi legali ai quali sono comunque vincolati), e ciò permette loro di avventurarsi nel lancio di pezzi unici o collezioni “capsule”, con maggiore libertà creativa e ampio spazio per la personalizzazione. Questi gioielli rappresentano la scelta migliore per quei clienti alla ricerca di un pezzo unico o, almeno, parte di una piccola produzione, fuori dal mainstream. Del loro pezzo unico apprezzeranno l’equilibrio tra design originale, artigianato di qualità, tecniche tradizionali e supporto anche alle comunità locali di donne nelle miniere. La loro storia potrebbe ispirare altri consumatori a fare scelte simili: è l’inizio di una catena etica, che, per diventare sostenibile e responsabile, richiede ulteriori sforzi, spesso difficili per le piccole imprese e ancor più per i minatori artigianali e su piccola scala.

Rough Gemstone.
Moyo Gems Concentrandosi sulla valorizzazione dei minatori e delle comunità che stanno dietro le pietre preziose, Moyo Gems ha iniziato una piccola ma preziosa rivoluzione, che porta il possesso di un gioiello a un nuovo livello di apprezzamento, perché ora chi acquista un gioiello certificato da Moyo Gems sa che il suo acquisto va a beneficio diretto delle donne e degli uomini che hanno estratto quelle gemme dalle viscere della terra. «Ho contribuito a creare Moyo Gems perché il settore della gioielleria sembrava molto interessato alle donne minatrici con cui lavoravo in Africa Orientale, e le stesse donne minatrici mi hanno detto esplicitamente che volevano più opportunità di mercato per poter vendere le loro pietre preziose», ha commentato l’ideatrice del progetto Moyo Gems: Cristina Villegas, una professionista con anni di esperienza nel settore minerario. Cristina Villegas e io ci siamo incontrate online durante la pandemia, quando stavo organizzando un webinar con quattro donne eccezionali, localizzate in diverse parti del mondo, tutte con storie di visione etica o responsabile che sono decollate grazie alla loro convinzione che solo supportandosi a vicenda si può avere successo.
Efficace anziché perfetto: potrebbe essere questo il motto dietro a progetti come il suo, dove, come ha dichiarato Cristina: «Per avere successo, avevamo bisogno di molti alleati, e avevamo bisogno di una comunità di gioiellieri responsabili pronti ad agire e ad accettare l’imperfezione. L’estrazione artigianale e su piccola scala (ASM) è imperfetta, perché è portata avanti da minatori rurali che, tipicamente, stanno solo cercando di guadagnarsi da vivere. Le donne, in particolare, affrontano le sfide più grandi».
Imperfetta secondo gli standard delle produzioni su larga scala e dei marchi di lusso, ma perfetta per chi cerca qualcosa oltre la perfezione estetica, concentrandosi sul significato e sull’impatto inestimabile che iniziative di questo tipo hanno sulle comunità locali, dove solitamente gli intermediari sfruttano la propria posizione per pagare poco i minatori rurali e trarre il grosso del profitto.
L’essenza di Moyo Gems sta nel supportare uno schema per gioiellieri responsabili e i loro clienti i quali acquistano pietre preziose che vanno a sostenere attivamente le donne minatrici e, di conseguenza, le loro comunità locali. Cristina Villegas continua: «Le aziende e gli individui possono supportare queste comunità acquistando le pietre preziose (https://moyogems.com/buy-gems) e/o facendo donazioni a Pact, l’organizzazione che rappresento, o ai suoi partner delle associazioni nazionali di donne minatrici: TAWOMA e AWEIK di Tanzania e Kenya».

Members of Msongo One Group working together in their mine.
Il progetto è indubbiamente innovativo e unico, incarnando un impegno per migliorare la filiera e la tracciabilità. Moyo Gems è un progetto di grande valore sotto diversi punti di vista. Il prezzo pagato ai minatori, spiega Villegas, è significativamente più alto rispetto a quanto avviene nel passaggio con gli intermediari: e in effetti l’organizzazione ha registrato che i minatori ricevono il 95% del valore della transazione, rispetto all’abituale 10-30% fuori da questo schema. «Abbiamo raggiunto questo obiettivo accorciando la filiera ed educando il minatore sui fattori che determinano il valore delle sue gemme. Il commercio delle pietre preziose è attualmente un gioco di conoscenza, purtroppo fino ad ora una gran parte del sistema è stato configurato contro i minatori. Io e i miei collaboratori crediamo non sia etico mantenerli ‘nell’oscurità’ su quello che possiedono».
Sostenitrice ferma della trasparenza, crede che mantenere queste comunità nell’ignoranza non farà altro che perpetuare uno status quo commerciale oppressivo, oltre a rendere difficile per i minatori risolvere i problemi radicati in questo tipo di attività. Villegas spiega: «A Pact, dove lavoro, mi occupo di questioni complesse relative al lavoro, alle sfide di formalizzazione, alle questioni ambientali e molto altro. Questi aspetti sono forse scomodi per il settore della gioielleria, ma bisogna parlarne, col dovuto rispetto. Ci vogliono impegno e investimenti per spostare l’industria dal vecchio modo di fare affari (prendere e lasciare) a un nuovo approccio (investire, acquistare e restare)».
Il programma Moyo Gems, come spiega Villegas, promuove sovvenzioni fondamentali che hanno dimostrato la capacità di produrre cambiamenti significativi attraverso progetti mirati e impattanti. Facilitando queste iniziative, il programma sta iniziando a documentare la diversificazione economica già in atto nelle comunità coinvolte. Questo sviluppo è attribuito in gran parte al programma WORTH di Pact, che si concentra sull’alfabetizzazione e sull’educazione finanziaria, e ha ottenuto premi per il suo contributo all’empowerment economico.
Villegas conclude: «Vediamo anche cambiamenti incredibili nella crescita di valore, come dimostra la formazione dei giovani di TAWOMA Youth e la loro entrata nel taglio di precisione delle pietre preziose e nella loro esportazione. Seguiteli su Instagram per vedere cosa succederà (@tawoma_youth22)! In Tanzania, ‘Giovani’ significa tra i 18 e i 35 anni».
Nel corso degli anni, l’impegno costante di Villegas e la sua leadership visionaria nel settore le sono valsi il meritato riconoscimento. In particolare, il 25 novembre 2024 è stata premiata come una delle 100 donne globali più ispirazionali nel settore minerario. Nel suo discorso di accettazione, Villegas ha riconosciuto le difficoltà di essere una pioniera, dichiarando: “Non è facile sfidare lo status quo quando ci sono persone che resistono al cambiamento.” Nonostante queste difficoltà, la sua determinazione incrollabile e il suo spirito innovativo hanno reso possibile ciò che un tempo sembrava impossibile, come l’implementazione della tracciabilità per le pietre preziose colorate provenienti dalle miniere di piccola scala e artigianali (ASM) (https://www.womeninmining.org.uk/wim100-3/).
Le parole di Confucio riassumono bene questo progetto: “Meglio un diamante con un difetto che un sasso senza.”
Moyo Gems: Beyond Perfection. The Intersection of Aesthetic Appeal and Moral Integrity
In the world of jewelry, the age-old debate between aesthetic perfection and moral beauty continues to resonate with both consumers and creators alike. As the industry evolves, so too do the expectations of those who wear and cherish these adornments.
In today’s context, which emphasises a growing need for sustainable progress and transparency in the supply chain, the scale-up production meets with legal aspects and certifications, a pre-requisite to sell in some markets. This involves a thorough planning process, often multi-annual, designed to ensure quality consistency in every detail, a work in progress. Certifications are the result of negotiations amongst the biggest players, frequently they are top-down, requiring the last links of the supply chain, huge efforts (mainly financially) whether they still want to be part of the supply chain assessment of the big players. In this way, small miners and artisans are often excluded.
For small and independent goldsmiths, the flexibility they possess can be a unique advantage. They may not be required the same level of quality consistency as larger companies (except for the legal requirement to which they remain obliged as well), and it could allow them to explore the launch of either one off piece or “capsule” collections, with more levels of creativity and large space for personalisation, which result to be the best choice for those customers that want to have an unique piece or at least part of a small repetition, outside the mainstream. Customers will appreciate the balance between original design, quality craftsmanship, traditional techniques, and also support for local communities of women in the mines. Their story could inspire other consumers to make similar choices: it marks the beginning of an ethical chain that, to become sustainable and responsible, requires further efforts, often difficult for small businesses and even more so for artisanal, small-scale miners.

Rough gem stones from the Umba Valley in Korogwe, Tanga, Tanzania.
Moyo Gems With Moyo Gems’ emphasis on elevating the miners and the communities behind these gems, a small though valuable revolution has begun, taking the possession of a jewel to a total new level of appreciation, because you now know that your purchase is directly benefitting the lives of the women and men who pried the gemstones from the earth. “I helped create Moyo Gems because the jewellery sector appeared very interested in the women miners that I was working with in East Africa, and the women miners told me directly that they wanted more market opportunities where they could sell their gemstones.” commented Cristina Villegas, initiator of the project Moyo Gems: a professional with long years in the mining sector that took the chance and fulfilled a long waiting vision. Cristina Villegas and I met online during the pandemic, when I was organising a webinar hosting four exceptional women internationally located, and all of them with a story of ethical or responsible vision that took off thanks to their endless believe that only supporting each other we can succeed.
Effective rather than perfect: this could be the motto behind projects like Cristina’s, where, as she stated “to be successful, we needed many allies, and we needed a responsible jewellery community that was ready to act and to accept the imperfect. Artisanal and small-scale mining, “ASM” as it is called, is imperfect, because it is rural miners who are, typically, just trying to make a living. Women in particular face the greatest challenges”. Imperfect for scale-up productions’ standards and luxury brands, and just perfect for those looking beyond aesthetic perfection and more on the meaning behind and the priceless impact that this kind of initiative have on local communities, where usually the middlepersons exploit their position to pay rural miners little and take most of the real profit. The essence of Moyo Gems lies in supporting a scheme for responsible jewellers and their customers to acquire gemstones that dynamically support women miners and, consequently, their local communities. Cristina Villegas continues: “Companies and individuals can support these communities by purchasing the gemstones and/or by making grant awards to Pact (the organisations I represent) or its national women mining association partners: TAWOMA and AWEIK of Tanzania and Kenya”.

From Left to Right: Rukia Hassan Kassim(55), Saum Salim Mticha(39), Mwajabu Ayubu Seleman(53), Rehema Hamisi(62) Amina Bakari Shabani(50), Severina Magogo Nickolas(38) and Mwanahamisi Iddi(53)
The project is undoubtedly innovative and unique, embodying a commitment to enhancing the supply chain and traceability. Moyo Gems is a valuable project under different angles. The price paid to the miners is considerably higher of the traditional standard transaction offered by the middlepersons, and in fact the organisation could effectively record that miners are making 95% of the export value opposite to only 10-30% outside this scheme.“We’ve accomplished this by shortening the supply chain and by educating the miner on the value factors of her gemstones. The gemstone trade is currently a knowledge game, unfortunately, and unfortunately – until now – a large part of the system has been set up against the gem miner. Fellow reformers and I do not believe in keeping miners ‘in the dark’ about what they have”. A firm advocate of transparency, she believes that keeping these communities in the shadows will only maintain an oppressive commercial status quo, as well as making it difficult for miners to resolve the problems rooted in this type of activity. Villegas explains: “At Pact, where I work, I engage on complex labour issues, formalization challenges, environmental topics, and more. These aspects become uncomfortable for the jewellery sector, but we can talk about it with respect. It takes engagement and investment to move the industry from the old way of doing business (taking and leaving) to a new way of doing business (investing, buying, and staying).” The Moyo Gems programme, as Villegas explained, champions foundation grants that have proven their capacity to effect significant change through tailored, impactful projects. By facilitating these commendable initiatives, the programme is beginning to document the economic diversification occurring within the communities involved. This development is largely attributed to the Pact’s WORTH programme, which focuses on literacy and financial education, and has acquired awards for its contributions to economic empowerment. Villegas concludes: “We’re also seeing dramatic shifts into value addition, as evidenced by the formation of TAWOMA Youth and its entry into precision gemstone cutting and export. Follow them on Instagram to see what’s next (@ tawoma_youth22 ). In Tanzania, “Youth” is defined as between 18-35 years old”.