Sembrano rimasti in pochi, si contano sulle dita di una mano, i maestri artigiani che, di questi tempi, hanno come unico scopo quell’ormai antico piacere di confezionare abiti per il semplice gusto estetico di fare alta sartoria, e ambientandola, come in questo caso, in un Grand Tour Italiano, senza clamori né iperboli.
Domenico Dolce e Stefano Gabbana oltre ad essere i protagonisti di questa vicenda ormai fin dagli esordi della loro carriera, hanno desiderato in questa Milano Moda Uomo, omaggiare l’Italia, paese unico e di rara bellezza, con uno show dal titolo “Italian Beauty”.
Partendo proprio dalla ricchezza storica dei nostri luoghi, che potremmo descrivere in mille modi, Dolce&Gabbana ci portano a scoprire l’incredibile maestria sartoriale, che ancora si tramanda di padre in figlio, con un tono così incisivo, e quell’estetica artigianale dell’intreccio, che ricorda molto, l’uncinetto praticato in casa dalle nostre nonne.
Dunque, l’uomo per la prossima estate 2025 è un viaggiatore raffinato che visita Capri con la sua Costiera Amalfitana, Portofino con la Riviera Ligure, Venezia con il suo Lido. Quello che potrebbe sembrare un dei plot twist da manuale sartoriale, è invece è un debutto di un nuovo guardaroba maschile, che lentamente si riappropria di quel tocco inconfondibile di artigianalità italiana.
Ora, se questa storia fosse ambientata, per esempio, tra East Hampton Main Beach e Coney Island, ci troveremo davanti una collezione ironica e super colorata, freneticamente paradossale, invece siamo in luoghi italiani di pura estetica, dove una sofisticata tavolozza in tinta unita, decorata con accenti della lava di Sicilia, bianco, beige, bordeaux, verde bosco e marrone, entra in contrasto con una serie di stampe e decorazioni intricate, come i raffinati ricami color corallo.
Anche l’uomo contemporaneo, d’altronde, per ricostruire la propria identità maschile, ha bisogno di una guardaroba con un taglio sartoriale dove la giacca è l’elemento cardine e i pantaloni ad anfora si abbinano alle camicie di lino, righe, polo, maglie, mentre ai piedi solo scarpe basse in rafia e pelle intrecciata dalle sapienti mani degli artigiani italiani.
Elementi di una estate sofisticata che non rubano la scena al protagonista incontrastato che non è altro un uomo affascinante e seduttivo, gentile, che presta attenzione anche un lato femminile di sé, nel portare un foulard come cintura nei passanti di un bermuda, o indossare un completo con camicie dagli ampi colletti, che si adagiano sui revers.
Alla fine la missione di Domenico Dolce e Stefano Gabbana è ricostruire le basi essenziali di un io scomposto maschile, e dare un’altra opportunità alla bellezza perché è l’ultima frontiera che difende la speranza di allontanarci dalle pressioni quotidiane. Ma l’estate si sa è un racconto scenico, che si rende evidente attraverso un angolo di mare o di montagna, così come la moda, che deve provare ad insistere su questo concetto per formare un nuovo linguaggio trasversale e soprattutto convincente di autorevolezza.
SMALL ITALIAN OASES
Dolce&Gabbana introduces us to beauty without adjectives, as in a tale of the Grand Tour. Written with the skilled hands of Italian artisans, where the tailored cut meets embroidery.
These days the master craftsmen whose sole purpose is that now ancient pleasure of making clothes for the simple aesthetic satisfaction of doing haute couture, setting it, as in this case on an Italian Grand Tour, with neither hype nor overstatement, seem to be few in number and can be counted on the fingers of one hand.
Domenico Dolce and Stefano Gabbana, in addition to being the stars of this business since the beginning of their careers, wished in this edition of the Milan Men’s Fashion Fair, to pay homage to Italy, a unique country of rare beauty, with a show entitled “Italian Beauty”.
Starting precisely from Italy’s historical richness, which we could describe in a thousand ways, Dolce&Gabbana take us to discover the incredible craftsmanship of tailoring, which is still handed down from father to son with such an impactful tone, and that artisanal aesthetic of weaving, which reminds us so much of the crochet done at home by our grandmothers.
So, for the upcoming summer of 2025, man is a refined traveler visiting Capri with its Amalfi Coast, Portofino with its Ligurian Riviera, Venice with its Lido. What might seem like one of the plot twists from a sartorial textbook, is instead the debut of a new men’s wardrobe, slowly reclaiming that unmistakable touch of Italian craftsmanship.
Now, if this story were set, let’s say, between East Hampton Main Beach and Coney Island, we would be looking at an ironic, super-colorful, frantically paradoxical collection; instead, we are in Italian places of pure beauty, where a sophisticated solid-color palette, decorated with accents of Sicilian lava color, white, beige, burgundy, forest green, and brown, comes into contrast with an array of intricate prints and embellishments, such as the exquisite coral-colored embroidery.
Even the modern man, after all, in order to rebuild his masculine identity, needs a wardrobe with a sartorial cut where the jacket is the pivotal element and amphora pants are paired with linen shirts, stripes, polo shirts, jerseys, while on his feet only flat shoes made of raffia and leather woven by the skilled hands of Italian artisans.
Elements of a sophisticated summer that do not steal the show from the unchallenged star who is nothing but a charming, seductive, and gentle man, who also pays attention to his feminine side, in wearing a scarf as a belt in the loops of Bermuda shorts or wearing a suit with shirts with wide collars that rest on the lapels.
In the end, Domenico Dolce and Stefano Gabbana‘s mission is to rebuild the essentials of a broken-down masculine self, and to give beauty another chance because it is the last frontier that safeguards the hope of distancing ourselves from daily pressures. But summer is known to be a scenic tale, making itself evident through a seaside or mountain spot, just like fashion, which must attempt to press on this concept in order to form a new transversal and, above all, convincing language of authority.